La Reggia di Caserta con il parco, l’acquedotto vanvitelliano e il complesso di San Leucio

Sito Unesco dal 1997

La Reggia di Caserta

La Reggia è un esempio di struttura monumentale destinata agli alloggi dei sovrani e al soggiorno dell’intera corte e, al tempo stesso, un centro amministrativo ispirato al modello dell’Escorial in Spagna. Carlo di Borbone era appassionato di architettura. Fin dall’infanzia aveva avuto occasione di soggiornare o visitare le più sfarzose dimore reali d’Europa. Nel progetto doveva realizzarsi il connubio tra spazi artificiali e spazi naturali. L’architetto Vanvitelli raccolse le indicazioni del Re e progettò un complesso straordinario, perfetta espressione dell’assolutismo settecentesco e delle tradizioni artistiche dell’epoca.

Le dimensioni sono davvero imponenti. L’immagine complessiva è maestosa, grazie ad una partitura architettonica ordinata. Gli interni sono sontuosi. Le stanze sono 1.217 e tra di esse primeggiano la Sala del Trono, la Sala delle Quattro Stagioni, il Teatro, la Cappella di Corte e lo Scalone monumentale.

Il Parco della Reggia

Una fusione tra il giardino rinascimentale italiano e i giardini di Versailles, è Il Parco della Reggia di Caserta con una superficie di 120 ettari. È strutturato in due parti. Nella prima si trova il Bosco Vecchio, antico giardino rinascimentale; la Grande Peschiera, dove ci si allenava in battaglie navali; la Castelluccia, per riposarsi durante le battute di caccia. La seconda parte del Parco è composta da sette vasche con un tema mitologico. La Fontana dei Tre Delfini, la Fontana di Eolo, La Fontana di Cerere, la Fontana di Venere e Adone, e l’ultima e più alta, la Fontana di Diana e Atteone. Nel Parco c’è anche un Giardino all’inglese, con boschetti, colline, canali e specchi d’acqua dove furono piantate specie rare.

L’Acquedotto Vanvitelliano

Il “Regio Acquedotto dell’Acqua Carolina” misura circa 40 km di lunghezza, ha origine alle Sorgenti del Fizzo del Monte Taburno. Il percorso dell’acquedotto è individuabile anche dalla presenza di torrini, manufatti a pianta quadrata e dalla copertura a piramide, che sono posti circa ogni 1.500 metri. Il viadotto, che attraversa la Valle di Maddaloni, costituito da Ponti o archi della Valle, è il tratto più spettacolare. In questa opera si può apprezzare appieno l’esperienza di ingegneria idraulica e le grandi competenze tecniche di Luigi Vanvitelli. I lavori vennero iniziati nel 1753 e furono necessari altri 17 anni per vedere l’inaugurazione dell’intera struttura. Le seterie di San Leucio impiegavano le acque dell’acquedotto così come gli altri insediamenti che si popolarono o rifiorirono grazie ad esso, migliorando le colture agricole e sviluppando le manifatture.

Il complesso industriale di San Leucio

Il sito Unesco comprende il borgo di vocazione industriale di San Leucio. Viene ampliato nel 1778 da Ferdinando IV per collocare una fabbrica di seta. Tutto attorno sorgevano le abitazioni per le famiglie operaie, le botteghe, la piazza, la scuola a formare una cittadella. Nella zona era già diffusa la lavorazione artigianale della seta, ma il sovrano attuò un sistema produttivo meccanizzato e sistematico per elevare il Borgo a centro manifatturiero specializzato. Sotto il profilo tecnico, introdusse macchinari innovativi. Venne aperta la prima scuola dell’obbligo maschile e femminile.

Per approfondimenti si consiglia di visitare il sito ufficiale del Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO responsabile dell’iscrizione dei siti del Patrimonio Mondiale.

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